giovedì 26 giugno 2008

Tutti schedati!

Ieri nel corso dell'audizione davanti alla commissione Affari Costituzionali della Camera, il ministro Maroni ha spiegato che le forze dell'ordine che andranno nei campi nomadi per effettuare il censimento saranno accompagnate dal personale della Croce Rossa italiana e dai servizi sociali dei Comuni: così potranno essere schedati, in totale deroga alle attuali norme, anche i bambini…
“Non si tratta” spiega il Ministro dell’Interno “di una schedatura etnica, bensì di una ulteriore garanzia per la tutela dei loro diritti e per garantire a chi ha il diritto di stare in Italia migliori condizioni di vita”.
Trovo tutto questo molto triste… proprio non capisco come i pattuglioni del Reparto Mobile possano garantire migliori condizioni di vita a chi ha il diritto di restare. Prevedo invece un gran lavoro di telecamere e giornalisti per far vedere i muscoli del nuovo governo. Con l’aggravante tragicomica poi che se poi il rom (che magari è nato in Italia e qui ha fatto le scuole) mi commette un reato, andrà processato fra vent’anni perché il relativo processo verrà rinviato per la “salva-premier”!
Ah, cosa non si fa per una telecamera…

lunedì 23 giugno 2008

A Pozzuoli per il convegno annuale ABEI


Eravamo un nutrito gruppo quest’oggi a rappresentare Città Nuova a Pozzuoli, per il convegno annuale dei bibliotecari ecclesiastici. Gli alfieri delle più importanti realtà culturali ecclesiastiche infatti, riuniti sotto l’egida dell’ABEI (la loro associazione), in questi giorni si incontrano per il 30° convegno nazionale per approfondire il loro ruolo, preziosissimo per l’insostituibile servizio culturale offerto nella Chiesa. Per il convengo di questo 2008 è stato scelto l’auditorium del Seminario di Pozzuoli, una location che può vantare, oltre alla moderna struttura, un suggestivo scorcio panoramico (vedi foto nella galleria).
Noi di Città Nuova (ai padroni di casa Felice e Salvo, a Simone e a Giovanni che rappresentavano gli altri colleghi, mi sono all’ultimo aggiunto anch’io) ci siamo dati appuntamento per partecipare e approfondire il rapporto con i bibliotecari ecclesiastici, nostri interlocutori privilegiati, ma anche (e principalmente) per un confronto “professionale” tra noi che, oltre a condividere i problemi lavorativi, ci ha permesso raccontarci come vanno le cose e fare un po’ famiglia (necessità viscerale viste le scarse occasioni che il tempo –noto tiranno- ci lascia per incontrarci di persona).
Nella foto assieme al nostro Salvo, il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Ravasi, e il Presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche, prof. Guerrini. Sullo sfondo (unico che lavora…) si intravede Felice.

sabato 21 giugno 2008

Un pezzo della nostra storia



Oggi con Alberto e Giovanni sono stato nei pressi di Campobasso a trovare Peppino, il patriarca di Città Nuova in Molise. Da Jelsi, fin dal 1969 (io all'epoca avevo un gran daffare tra ciucci e biberon...), da quando in un giorno memorabile il buon Sergio D’Amici gli affidò le prime 20 copie, Peppino ha fatto la storia della diffusione della nostra editrice tra Napoli, Isernia e Campobasso. Oggi ne abbiamo ripercorso le tappe e, tra un caffè e un pasticcino, ci siamo confrontati sull’attuale situazione molisana: un momento importante, che ricorderemo. Grazie Peppino!!!

Come sempre trovate le foto nella galleria del blog.

giovedì 19 giugno 2008

Que viva Vauro!

...scusate ma non ho resistito :-)

 
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lunedì 16 giugno 2008

Città Nuova... on the move

Cari amici, pubblico alcune foto "semiserie" scattate oggi nel corso del trasloco di Città Nuova.
Come si vede, molto è stato fatto... ma moltissimo è ancora da fare!

venerdì 13 giugno 2008

All’insegna del “cheap&chic”

È qualche giorno che rimugino cose strane… in particolare provo accentuate spinte omicide. Dapprima mi preoccupavo ma poi, con gran sollievo, ho scoperto che sono, per questa mia transitoria pulsione, trendy, di moda.
Come Angelina Jolie, che all’insegna del “cheap&chic” non esiterebbe ad usare le armi che ha in casa (!) per difendere la famiglia, o come il “fantastico Ernesto” (vedi mio post precedente) che sta per lanciare sul palcoscenico mediatico le ronde di quartiere. Come? Ma non c’erano già i padani a fare le ronde? Ennò ragazzi, queste sono “ronde alla vaccinara”: siamo a Roma (al Pigneto, VI Municipio per essere precisi), dobbiamo pure far valere i duemila anni di storia, sò ronde de noantri!
Ma allora mi viene lo sconforto: mi domando in che mondo stiamo vivendo, dove andremo se continua così, che città lasceremo ai nostri figli, e via discorrendo.
E ci mette il carico da quaranta Alberto Ronchey (già direttore de La Stampa, due volte ministro per i Beni culturali, presidente per qualche anno della RCS, ora professore di Sociologia all'Università Ca' Foscari di Venezia, …) col suo velenosissimo editoriale sul Corriere della Sera di oggi nel quale si chiede se, visto ormai che abbiamo raschiato il fondo del barile, non sia ormai impossibile risalire la china. E ne scrive di cotte e di crude…
Mentre leggevo l’articolo ero affacciato al bastione dell’Isola Tiberina che guarda ponte Garibaldi e mi domandavo dove fosse l’ottuagenario professore quando Giorgiana Masi veniva uccisa all’angolo tra il ponte che avevo davanti e Lungotevere Sanzio. Io ero alle medie e i miei ricordi di quel periodo sono persi tra i giochi e il subuteo ma lui…
No professore, non si può scrivere così: non è vero che “si stava meglio quando si stava peggio”! Ricordo la maestra delle elementari urlare con sacro terrore quando, bambini, per gioco disegnavamo la stella a cinque punte sui vetri appannati della classe. Ma ricordo anche gli squadroni dei Carabinieri che cercavano Dozier, come ricordo -e queste invece le ricordo benissimo- lacrime più recenti, quelle versate con alcuni dopo la morte di Carlo Giuliani a Genova. Ma non è vero professore: non è vero che stiamo toccando il fondo. Troppo facile fare catastrofismo e dire che tutto va male.
Solo un quotidiano free press riportava due giorni fa in un trafiletto, che un uomo che non parlava italiano e che viveva sotto un ponte della tangenziale, aveva salvato una famiglia finita fuori strada con la macchina (quattro persone di cui una disabile). Dopo averli tratti fuori d’impiccio, ha fornito loro la sua giacca per proteggersi dal freddo salvo poi dileguarsi all’arrivo della Polizia per evitare noie “burocratiche”. Questa è la notizia da commentare, caro professore: accenda i suoi giornali sulle notizie positive: non aiuterà la Jolie a promuovere il nuovo film, lascerà il primato delle ronde a chi le vorrà, ma infonderà nuova fiducia a chi abita le nostre città.

C'è un nuovo angelo

Cosa sente la terra quando un angelo spicca il volo?
Si rompe l'incanto e scende la notte
il taglio è sul vivo e tutto, attonito, tace.
Ma d'improvviso il cuore s'innonda di gioia
pensando alla festa che il cielo prepara per il nuovo arrivato.

lunedì 9 giugno 2008

Finalmente ci siamo: oggi si comincia col trasloco!

Il Sahara

Il carissimo Gino, compagno di mille avventure a Città Nuova ora trasferitosi a Tlemcen in Algeria, mi ha mandato un piccolo reportage di un suo viaggio nel Sahara più profondo. È bellissimo e affascinante. Ci sono anche alcune foto che ho messo nella galleria del blog…
Lo pubblico (come commento di questo stesso post) perché penso valga la pena di leggerlo, per condividere l’esperienza intima della scoperta. Chissà se ne uscirà mai un road book…

mercoledì 4 giugno 2008

L'audacia della speranza

Oggi è stata una giornata difficile: febbre e placche alla gola mi hanno messo a dura prova nel fare le cose di ogni giorno. Ma non posso non spendere alcune righe su quanto passano oggi le agenzie in particolare su due fatti di cronaca, l’uno lontanissimo dall’altro ma profondamente legati nella radice.
A Bruxelles 500 pescatori hanno protestato per il caro petrolio, con l’ormai consueto corredo di violenza. A vedere le immagini in TV la mente corre veloce ai disordini e alle violenze di Ponticelli, del Pigneto, dell’università qui a Roma, alla lega che si incatena a Mestre. La spirale di barbarie sembra crescere inarrestabile, giorno dopo giorno.
Ma dagli Stati Uniti arriva la nomination di Barack Obama. Put the people first, mettere al primo posto le persone: le ansie da condividere, i problemi da risolvere, le speranze da confortare. Obama parla con tutti (stupendo sito… visitatelo) e soprattutto fa leva sul fatto che ciò che unisce una comunità è più importante di ciò che divide. Il suo manifesto politico non è che lavorare per il bene comune, ponendo alla base dell'agire politico la fraternità. Se è possibile che un afroamericano dalle idee tanto controcorrente possa arrivare a correre per la presidenza della nazione più potente del mondo, allora possiamo ancora sperare.
Non gettiamo la spugna: il cuore oltre l’ostacolo, l’audacia della speranza ci spinge a continuare a sognare e a lavorare nel nostro piccolo per il bene comune, ripartendo dal territorio, dalla comunità.

lunedì 2 giugno 2008

La funzione educativa della politica: un'utopia?

E alla fine sono arrivate, a condire il clima non certo rilassato di questa festa della Repubblica, anche le critiche dell’Alto Commissariato dei diritti umani (ONU) e del Pontificio consiglio per i migranti (Vaticano)…
Da tempo il nostro paese non rappresenta più l’icona del quieto vivere e, anzi, nell’immaginario planetario sta progressivamente imbarbarendosi: ricordate il commentatore CNN in diretta da Palermo dopo la strage di Capaci? Fece il servizio col giubbino antiproiettile addosso proponendo a livello planetario un’immagine da guerra civile molto lontana dalla realtà. Ma ora dopo i fatti di Ponticelli, Verona, Chiaiano (...Pigneto?) parlare di escalation forse non stona.
Unico nostro paladino tra le istituzioni sembra essere il Presidente Napolitano (non vi sembra bello il suo discorso di oggi?) per il quale “conta moltissimo la funzione educativa e pedagogica delle istituzioni”. È proprio qui che cadono troppo spesso i nostri politici, dimenticando il loro ruolo istituzionale cavalcando il malessere della società per tirare acqua al proprio mulino, sordi a qualsiasi progetto di condivisione.