giovedì 3 settembre 2009

Il caso Boffo, i cattolici e la politica

E alla fine si è dimesso! La notizia mi raggiunge in treno, in viaggio tra Padova e Roma: che tristezza… Del giornale di Boffo non sono certo stato mai un lettore assiduo: gli ho sempre preferito i toni businesslike del Corriere, forse anche un po’ per tradizione di famiglia. Ma questa vicenda mi mette nel cuore una grande inquietudine sul futuro dei media e, in particolare, sul ruolo che i cattolici possono giocare in futuro.
Mi spiace in primis che le dimissioni siano state accettate: vedremo cosa farà Boffo in futuro (certo la lettera di dimissioni mi sembra eccessiva nell’ossequio del suo editore e sicuramente non gli mancherà il lavoro). Ma è sconcertante che siano bastate poche righe del giornale di Berlusconi per distruggere il rappresentante più prestigioso dei media cattolici in Italia. È vero che è stato esposto alla gogna mediatica per la più pruriginosa delle condotte morali ma è pur vero che indubitabilmente nessun italiano ci aveva creduto: la velina/patacca è così evidente che il silenzio sarebbe bastato a chiudere il caso!
Forse il problema è che non avendo altri argomenti ci si perde in chiacchiere: a cosa siamo chiamati noi cristiani nel mondo d’oggi? Non sarà che la sola ragione per la quale il castello di carta è caduto miseramente perché non c’era altro di valido da dire?
Penso che noi si debba fare un cambio di passo, il nostro tempo attende una nostra presa di responsabilità civile. Se i cristiani saranno quello che debbono essere, sarà la forza delle idee a rispondere alle menzogne dei corridoi.