mercoledì 4 giugno 2008

L'audacia della speranza

Oggi è stata una giornata difficile: febbre e placche alla gola mi hanno messo a dura prova nel fare le cose di ogni giorno. Ma non posso non spendere alcune righe su quanto passano oggi le agenzie in particolare su due fatti di cronaca, l’uno lontanissimo dall’altro ma profondamente legati nella radice.
A Bruxelles 500 pescatori hanno protestato per il caro petrolio, con l’ormai consueto corredo di violenza. A vedere le immagini in TV la mente corre veloce ai disordini e alle violenze di Ponticelli, del Pigneto, dell’università qui a Roma, alla lega che si incatena a Mestre. La spirale di barbarie sembra crescere inarrestabile, giorno dopo giorno.
Ma dagli Stati Uniti arriva la nomination di Barack Obama. Put the people first, mettere al primo posto le persone: le ansie da condividere, i problemi da risolvere, le speranze da confortare. Obama parla con tutti (stupendo sito… visitatelo) e soprattutto fa leva sul fatto che ciò che unisce una comunità è più importante di ciò che divide. Il suo manifesto politico non è che lavorare per il bene comune, ponendo alla base dell'agire politico la fraternità. Se è possibile che un afroamericano dalle idee tanto controcorrente possa arrivare a correre per la presidenza della nazione più potente del mondo, allora possiamo ancora sperare.
Non gettiamo la spugna: il cuore oltre l’ostacolo, l’audacia della speranza ci spinge a continuare a sognare e a lavorare nel nostro piccolo per il bene comune, ripartendo dal territorio, dalla comunità.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Non lo so se arrivati a questo punto si possano avere ancora speranze, ma forse sono soltanto io che le ho perse cammin facendo. Mario

TheFreeso ha detto...

Caro Mario, ci ho pensato un po’ su prima di risponderti perché dal modo in cui tu scrivi il discorso si fa serio; ma ti ho avuto in mente per un paio di giorni finché mi si è accesa una lampadina in testa leggendo l’editoriale di Iole Mucciconi su "Città Nuova" nr.11/2008.
Coglie nel segno mi pare. Riporta, dal suo osservatorio privilegiato, che le prove di dialogo ci sono (e che dialogo…), anche se i detrattori sono molti, e soprattutto tra i media… Si assiste Berlusconi pronunciare considerazioni positive sul governo ombra del Pd, il quale sembra ora intenzionato a collaborare sul tema vastissimo delle riforme. E di più: i singoli ministri hanno quindi iniziato a confrontarsi, per davvero e non per reclame, con l’omologo “ministro-ombra”. Una nouvelle-vague di piccoli segnali è vero, ma pensa se diventasse prassi… Penso che possiamo ancora sperare.