Illuminante oggi l'analisi di Sandro Viola su Repubblica che apre identificando gli scontri come "la prima reazione violenta verificatasi in occidente a causa della crisi economico-finanziaria e delle misure restrittive adottate dai vari governi."
Un silenzio organizzato quindi...
Sembra proprio che si tema che un'eccessiva esposizione mediatica possa dar fuoco alle polveri.
Ma di per sè che "ci scappi il morto" è un'ipotesi ampiamente messa in conto sia da chi agita la folla, sia da chi la deve, per professione, contenere.

Proprio perchè previsto non è quindi la morte di Andreas Grigoropoulos l'evento scatenante dei disordini, ne è però la scintilla, lo squillo di tromba. Quello che invece agita le masse (e che intimorisce i governi) è invece l'apparente mancanza di una via di uscita. E proprio come la folla in piazza deve essere caricata verso un luogo ampio affinchè possa disperdersi affinchè lo scontro non diventi duro (e ci scappi poi il morto), anche i giovani hanno bisogno di qualcosa in cui credere per non perdere la speranza e non cedere alla logica della violenza.
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