giovedì 25 dicembre 2008

Buon Natale


"Sono giorni difficili per l’economia traballante, in molti faticano a sbarcare il lunario, e ai giovani come agli anziani il futuro sembra incerto…
Ai buoni sentimenti (di questo Natale) dobbiamo legare un momento di impegno comune e di solidarietà… condividiamo un destino comune come americani… ognuno deve fare la sua parte per servirsi reciprocamente, per cercare nuove idee e nuovi slanci, e iniziare un nuovo capitolo per il nostro paese...
Se il popolo americano si compatterà e sosterrà con la sua spalla la ruota della storia, sono certo che potremo guidare il nostro paese in una nuova direzione ed è così che dobbiamo vederci in questi tempi di crisi e potremo insieme raggiungere la promessa di un giorno più brillante...
E sarà questa la lezione di questo Natale, che è poi la stessa che ci guida ogni giorno: che la speranza non muore mai e che una nuova era di pace è sempre possibile."

E' una parte, forse la più rilevante, del discorso di Natale di Obama... sono parole bellissime, piene di energia. Certo, attendiamo ora i fatti: dal 20 gennaio non sarà solo una sfida mediatica ma una partita dannatamente concreta, con i fatti e i problemi di un pianeta alla ricerca di una leadership globale. Ma di certo queste parole scaldano il cuore, riempiendolo di speranza.

Nel nostro paese tira aria più fosca, non si va oltre "la cacciata dei capibastone". Gli orizzonti sono piccini ma forse è giusto che sia così... almeno per ora.
A noi cambiare la storia, partendo dal nostro quotidiano.

lunedì 22 dicembre 2008

L’Italia dei capibastone

“Voglio un partito di gente perbene, un partito sano… Via i capibastone dal Pd, qualsiasi sia il prezzo da pagare.”
Leggendo i giornali che riportavano ieri l’intervento di Walter in prima pagina mi sono incuriosito perché, non avezzo alla buvette del Transatlantico, mi chiedevo cosa fosse un capobastone.
Vado a vedere.
“Dizionario della Lingua Italiana” Sabatini Coletti, edizione 2008. Capobastone: nella gerarchia mafiosa, chi dirige le attività criminose in una determinata zona.
Ragazzi, se Walter voleva andarci giù duro…
Discutevo giorni fa con Giovanni, un amico siciliano, su cosa possa fare un giovane in politica… per sgombrare il campo da malintenzionate risatine, attesto che io ormai da un pezzo ho passato i 40 e quindi, visto che giovane non sono più, è chiaro che la questione non era posta per me. Lui invece, che qualche passo in politica anni fa l’aveva mosso, mi ha escluso una qualsivoglia riuscita nell’intento di cambiare le cose per l’eccessivo peso dei corporativismi clientelari che regolano il sistema partitocratrico. Lì per lì però mi sembrava che questa sua visione fosse troppo pessimistica. Certo nell’immaginario collettivo quello della politica è un mondo indistinto e indefinito all’interno del quale si muove un sottobosco di ruffiani e tagliagole ma io, che sono ottimista e vivo nella “nuvoletta” (o meglio, mi piacerebbe viverci), continuavo a sperare che qualcosa si potesse fare.
Ed ecco, fulminante, la sparata di Walter. Bello l’auspicio a mandare via chi fa politica non per il bene comune ma per il bene del partito (e soprattutto del proprio portafogli)..
Ma… non fa prima a dirci chi sono e a mandarli via?
Perchè altrimenti mi viene da pensare: hai visto mai che Giovanni ha ragione?

venerdì 19 dicembre 2008

e dopo l'alluvione, Natale!

...ed è tornato il sole, finalmente.
Dopo giorni tremendi, nonostante i lavori di ripristino siano ancora in corso, è stato bello farsi gli auguri e riscoprirsi famiglia dopo tanto "ramazzare".

giovedì 11 dicembre 2008

Esonda l'Aniene, il diario di questi giorni

Nel post di stamattina avevo parlato di Giove Pluvio che, evidentemente, era in linea e ha letto che scrivevo di lui... L'Aniene, che passa vicino a Città Nuova, è esondato e l'acqua è arrivata fin dento il magazzino. Potete vedere qui un clip fatto col cellulare al momento in cui s'è deciso di "abbandonare" la sede per il pericolo di non riuscire più a muoversi e di restare bloccati.



Allontanandosi da via Pieve Torina abbiamo visto i mezzi anfibi dei pompieri "navigare" tra le aziende per mettere in salvo i dipendenti e le ruspe portare nelle pale coloro i quali erano stati costretti ad abbandonare le auto in mezzo alla strada. Nella sede, al momento che scrivo, è tutto sott'acqua: il livello è cresciuto moltissimo tanto da arrivare a circa 30 centrimetri su tutto il piano terra, magazzino libri compreso. Speriamo che il livello non salga ancora...

Aggiornamento delle 17:20.
L'acqua continua purtroppo a salire ed è ormai arrivata a 60/70 centrimetri... La cosa sembra proprio seria perchè continua a piovere, seppur con meno intensità.

Aggiornamento delle 19:15.
L'acqua comincia a defluire e il livello sembra iniziare a scendere, ringraziando Dio. Ora ha smesso di piovere anche se le previsioni meteo per le prossime ore non sono delle migliori. Attualmente cmq, la sede è di fatto isolata e irraggiugibile...

Aggiornamento delle 06:50 del 12 dicembre.
Su Roma sta piovendo... la piena del Tevere dovrebbe passare su Roma verso le 20:00 e di certo avrà ripercussioni anche sull'Aniene visto che la confluenza è a meno di 10 km in linea d'aria da via Pieve Torina.

Aggiornamento delle 07:30 del 12 dicembre.
Lo scenario è un pò desolante; l'acqua, che era effettivamente entrata in magazzino arrivando a circa 40 cm, è ora defluita lasciando dietro sè un vero macello. Più tardi metterò in linea delle foto. Ora ci aspetta proprio un bel lavoro per sistemare tutto....

Aggiornamento delle 11:20 del 12 dicembre.
Nonostante la pioggia continui, ci siamo rimboccati le maniche e con scopettoni e guanti abbiamo iniziato la faticosa opera di sistemazione del primo piano. Ecco un breve clip della situazione



Abbiamo creato delle dighe (fatte con pile di libri e quanto avevamo a disposizione) per prepararci alla prevista nuova esondazione della sera, quando arriverà la piena del Tevere. Siamo riusciti ad attivare Mago e parte delle connessioni web senza dare corrente all'impianto che è, com'è ovvio, danneggiato. Nella galleria del blog alcune foto della situazione.

Aggiornamento delle 14:20 del 12 dicembre.
In una Pieve Torina "blindata", coi sacchi sulle porte e gli stivaloni ai piedi, pronti a ricevere la piena del Tevere, ci arriva la notizia che c'è allerta anche per la tipografia. Questa infatti è alla Magliana, dove è prevista l'esondazione, appena fuori la città. Ho sentito Alfredo che mi dice che il fiume ha già superato il primo argine e che solo un terrapieno di circa 3 metri trattiene ancora l'acqua... anche qui, ci affidiamo a Dio e alla Provvidenza.

Aggiornamento flash delle 19.
Il livello dell'acqua in via Pieve Torina sembra stabile: lambisce l'ingresso ma senza penetrare all'interno del magazzino. Dall'altra parte della città, alla Magliana, il secondo argine del Tevere che è nei pressi della tipografia sta facendo ancora il suo dovere e anche lì si è (per ora) all'asciutto.

Aggiornamento di sabato mattina.
Un cielo finalmente sgombro da nubi e i raggi di un pallido sole invernale sono il segnale di una passata emergenza.
Pur attraversando zone, come quella di Ponte Mammolo, in cui sono evidenti i segni dell'inondazione, con i campi tutti sott'acqua e alcune strade sbarrate dai vigili, siamo riusciti a raggiungere la sede. La zona attorno via Pieve Torina sta pian piano cercando di tornare alla normalità: in ogni angolo c'è qualcuno che libera i tombini, sposta i detriti o cerca di drenare l'acqua rimasta.
Alfredo ci dice che la temuta esondazione del Tevere non ha colpito la zona della Magliana e che alla tipografia stanno lavorando normalmente.
Insomma, ringraziando Dio, il peggio è passato... ora bisognerà, con l'aiuto di tutti, ricominciare.

La faziosità di Fazio e la santità di Fede

Stanotte Giove Pluvio ha mandata tanta di quell'acqua sulla capitale da creare fiumi e laghi dove fino a ieri c'erano strade e parcheggi col risultato di mettere in fila noi mortali ciascuno nella sua bella scatoletta motorizzata. Ci si arrangia come si può: chi fuma, chi telefona, chi ascolta la radio, chi ha travasi di bile. Io invece, dopo aver sentito tutti i radiogiornali e aver letto Repubblica, non riesco a trattenere la spinta compulsiva a commentare la vicenda (peraltro gustosissima) dell'audizione del presidente Rai in commissione di vigilanza.
Trovo straordinario che un organo dello Stato, con la presenza dei soli membri del centrodestra, chieda conto alla Rai sul perchè Fazio inviti solo politici di sinistra. Per carità, che figura meschina!
Quando al liceo iniziò anche per me la stagione delle feste (ormai decine di anni orsono...), se non avevo l'invito rosikavo e alla fine mi imbucavo: ma avevo quindici anni!!!
Questi, con l'esperienza (e l'onorario) da senatori, litigano per l'invito al programma di Fazio il quale sarebbe reo di lesa maestà escludendo gli esponenti del Governo. Direi però che pur essendo una pretesa meschina è largamente giustificata dall'inveterata tradizione dei media del belpaese (e in particolare di MammaRai) di trasformare l'informazione in un grande markettificio, dove ogni spazio è vendibile al miglior offerente.
Perchè scandalizzarsi allora, se Gasparri protesta perchè "quelli invitano chi vogliono loro"?

PS: che c'entra Fede? C'entra, c'entra.
Berlusconi, tirato per la giacca sull'argomento, ha così commentato "Fede rispetto a Fazio è un santo"...
Ahinoi, dopo la tele e il Quirinale, ora comincia a pensare agli altari!

martedì 9 dicembre 2008

Più libri, più liberi

Oggi sul Corriere si legge in piccolo una notizia che mi ha fatto balzare dalla sedia. Volevo scrivere due righe su come è andata la fiera della piccola e media editoria (Più libri, più liberi) terminata ieri sera, leggo le cifre quando leggo che il gruppo Tribune, che pubblica il Chicago Tribune e il Los Angeles Times, ha chiesto l'accesso alle procedure di in bancarotta a fronte di debiti per circa 10 miliardi di euro. Ed è da rilevare che il Los Angeles Times tira 773 mila copie, mentre il Chicago Tribune 541 mila. Mica bruscolini…
Ma quello che colpisce di più è che il New York Times ha addirittura ipotecato la sua sede, nuova di pacca, sulla Ottava Avenue alla ricerca di 225 milioni di dollari. Inaugurato lunedì 17 novembre (!), il Times Center, progettato dall’equipe di Renzo Piano, svetta tra la 40ma e 41ma ed è forse il progetto più significativo portato a termine nella Grande Mela dopo l'11 settembre.
Oddìo, mi sono detto, che succede?
Certo ho letto anch’io il libro di Vittorio Sabadin sull’ultima copia del New York Times ma non mi aspettavo così presto delle notizie così gravi.
Quello che abbiamo potuto vedere alla fiera dell’Eur era però anni luce lontano da New York. Infatti si sono visti torme di appassionati del libro ondeggiare pressati lungo gli angusti corridoi del Palazzo dei Congressi ancora affascinati dalla carta stampata, anzi spasmodicamente e visceralmente attratti, da quell’antico supporto che è il libro. Nello spazio in fondo Marino Sinibaldi, con lo staff di Fahrenheit al gran completo, faceva da gran cerimoniere al caffè letterario mentre, nelle salette attorno si succedevano senza soluzione di continuità centinaia di incontri e presentazioni. Insomma, il bel pubblico e l’interesse che ogni editore agogna.
Chissà… mi pare però che una lezione da questa tre giorni la portiamo a casa, ed è una di quelle cose che a volte i grandi gruppi paiono dimenticare: dietro ogni copia venduta c’è una persona che legge e che è per questa che si deve scrivere.
Anche qui, ciò che resta è il rapporto.
Altre foto della rassegna nella galleria del blog.

lunedì 8 dicembre 2008

Quando la violenza è politica

Fin dal primo lancio sui blog twitter delle notizie sugli scontri in Grecia tra giovani e forze dell'ordine, mi sono messo spasmodicamente alla ricerca di fonti per l'approfondimento. Ma a dir poco desolante è stato il quadro fornito dai media istituzionali che hanno riportato molto debolmente la notizia, non aplificandola. I TG Rai della sera di ieri addirittura, pur essendo molto acchiappanti le immagini diffuse sul web, proprio non passavano la notizia. Perchè?
Illuminante oggi l'analisi di Sandro Viola su Repubblica che apre identificando gli scontri come "la prima reazione violenta verificatasi in occidente a causa della crisi economico-finanziaria e delle misure restrittive adottate dai vari governi."
Un silenzio organizzato quindi...
Sembra proprio che si tema che un'eccessiva esposizione mediatica possa dar fuoco alle polveri.
Ma di per sè che "ci scappi il morto" è un'ipotesi ampiamente messa in conto sia da chi agita la folla, sia da chi la deve, per professione, contenere. Chi ha avuto occasione di respirare il fumo dei lacrimogeni sa che la piazza è una forza tremenda, incontenibile a volte. Si vivono quei momenti al rallentatore, ogni secondo sembra eterno, il cuore batte all'impazzata e, come in un sogno, la calma dentro è incredibile e assoluta.
Proprio perchè previsto non è quindi la morte di Andreas Grigoropoulos l'evento scatenante dei disordini, ne è però la scintilla, lo squillo di tromba. Quello che invece agita le masse (e che intimorisce i governi) è invece l'apparente mancanza di una via di uscita. E proprio come la folla in piazza deve essere caricata verso un luogo ampio affinchè possa disperdersi affinchè lo scontro non diventi duro (e ci scappi poi il morto), anche i giovani hanno bisogno di qualcosa in cui credere per non perdere la speranza e non cedere alla logica della violenza.

sabato 6 dicembre 2008

ZuneGate? Ma dai, non scherzeremo mica...

Con tutto quello che ha da fare 'sto ragazzo...
Circola voce che il messia nero abbia un gran daffare a scusarsi con gli elettori non perchè la crisi avanzi ma perchè l'hanno visto usare un lettore MP3!
La notizia rimbalzata su vari blog (e riportata perfino dal serissimo Wall Street Journal) starebbe nel fatto che l'hanno fotografato mentre in palestra usa uno Zune (prodotto di punta fascia giovani della Microsoft, ndr). E c'è chi ora vorrebbe indietro il voto accusando Obama di tradimento!
Ecco che allora io chiamerei il grande capo indiano Esticazzi, quello che interviene a 610 -la trasmissione di Greg e Lillo (RadioRai 2, pomeriggio)- ad illuminarci con la sua saggezza.
...
Che la si smetta di sprecare fiato perchè abbiamo tanto (ma tanto) bisogno di concretezza... con buona pace dei sostenitori del Think different.

venerdì 5 dicembre 2008

Web controllato? Figurati...

Il premier Berlusconi ha annunciato qualche giorno fa che proporrà al G8 il tema delle regole generali di accesso ad internet partendo dal presupposto che un fenomeno globale come la rete non possa che essere discusso a livello globale.
La cosa non dovrebbe stupire più di tanto se non fosse che fonti vicine al Governo lasciano trapelare che non hanno pronto al momento alcun documento al riguardo: ma allora, cosa vanno a proporre?
Ma c’è di più. Basta comparare il livello di accesso alla rete dalle case degli italiani con quello degli altri paesi europei per mettersi le mani nei capelli. Dietro di noi solo alcuni paesi dell’est (ma solo alcuni…) e la Grecia. Il nostro 43% è però drammaticamente lontano dal 78% delle case danesi, all’83 di quelle Olandesi e al 71 delle tedesche.
Per non parlare della banda larga che allora sì che ci mettiamo a piangere…
Ma allora, caro Presidente, più che regolamentare non sarebbe il caso di implementare?