martedì 9 dicembre 2008

Più libri, più liberi

Oggi sul Corriere si legge in piccolo una notizia che mi ha fatto balzare dalla sedia. Volevo scrivere due righe su come è andata la fiera della piccola e media editoria (Più libri, più liberi) terminata ieri sera, leggo le cifre quando leggo che il gruppo Tribune, che pubblica il Chicago Tribune e il Los Angeles Times, ha chiesto l'accesso alle procedure di in bancarotta a fronte di debiti per circa 10 miliardi di euro. Ed è da rilevare che il Los Angeles Times tira 773 mila copie, mentre il Chicago Tribune 541 mila. Mica bruscolini…
Ma quello che colpisce di più è che il New York Times ha addirittura ipotecato la sua sede, nuova di pacca, sulla Ottava Avenue alla ricerca di 225 milioni di dollari. Inaugurato lunedì 17 novembre (!), il Times Center, progettato dall’equipe di Renzo Piano, svetta tra la 40ma e 41ma ed è forse il progetto più significativo portato a termine nella Grande Mela dopo l'11 settembre.
Oddìo, mi sono detto, che succede?
Certo ho letto anch’io il libro di Vittorio Sabadin sull’ultima copia del New York Times ma non mi aspettavo così presto delle notizie così gravi.
Quello che abbiamo potuto vedere alla fiera dell’Eur era però anni luce lontano da New York. Infatti si sono visti torme di appassionati del libro ondeggiare pressati lungo gli angusti corridoi del Palazzo dei Congressi ancora affascinati dalla carta stampata, anzi spasmodicamente e visceralmente attratti, da quell’antico supporto che è il libro. Nello spazio in fondo Marino Sinibaldi, con lo staff di Fahrenheit al gran completo, faceva da gran cerimoniere al caffè letterario mentre, nelle salette attorno si succedevano senza soluzione di continuità centinaia di incontri e presentazioni. Insomma, il bel pubblico e l’interesse che ogni editore agogna.
Chissà… mi pare però che una lezione da questa tre giorni la portiamo a casa, ed è una di quelle cose che a volte i grandi gruppi paiono dimenticare: dietro ogni copia venduta c’è una persona che legge e che è per questa che si deve scrivere.
Anche qui, ciò che resta è il rapporto.
Altre foto della rassegna nella galleria del blog.

1 commento:

Sarah ha detto...

io sono direttamente coinvolta dalle azioni anti-crisi che il mondo americano sta attuando, visto che la multinational american firm tra le cui file sarò fino al 31.1, manda a casa gente...
Chissà dove andremo a finire...e cmq parole sante, le tue ultime, e lo dico da lettrice accanita!

a presto