giovedì 11 ottobre 2012

Frankfurter Buchmesse 2012

Mi trascino con gli occhi cerchiati dal troppo neon mettendo i piedi uno davanti all'altro alla sola disperata ricerca di una sedia. La fiera -anche quest'anno- é immensa!
La mente corre più in fretta delle gambe, annotando quasi inconsciamente, particolari impercettibili o smargiassamente roboanti rivelanti acquisizioni e annessioni tra le squadre organizzate nel campo di battaglia mediatico. Cerco, fiero della mia indipendenza, partnership tra piccoli, giacché i grandi, barricati nei loro mega-stand, sono di fatto irragiungibili. E come sempre qui ritrovo spietatamente le giuste dimensioni del nostro peso sul mercato: pur con la perfetta coscienza di quanto vale la mia proposta editoriale (moltissimissimo!), mi sento più piccolo di Davide in un mondo di tanti Golia. Oggi mi ha molto colpito lo staff di Google: mi piace come lavorano, sempre stimolati dalla voglia di crescere, sempre coinvolgenti, entusiasti di quello che fanno, trascinanti e... semplici! Lavorare con loro mi ha dato la misura di quanto noi, artigiani dell'editoria in un'Europa un pó d'altri tempi, siamo ormai una razza in via d'estinzione. Sicuramente qualche collega si appellerà al superiore livello qualitativo di quanto facciamo, al genio creativo italiano, alle altissime mission che nobilitano le nostre aziende, e via discorrendo. Personalmente ritengo che questi discorsi siano del tutto privi di un qualsiasi riscontro pratico e ormai segnale di un industria editoriale che appare in declino. Ma chi la dura...

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