Ariecco il solito giochino: il premier ora mostra i muscoli evocando la linea dura, con tanto di polizia e servizi, salvo poi smentire.
Dal Corriere della sera la trascrizione dell'intervento di mercoledì: "Convocherò oggi il Ministro degli Interni e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere".
Giovedì da Pechino dice: "Non ho mai detto né pensato che servisse mandare la polizia nelle scuole. I titoli dei giornali che ho potuto scorrere sono lontani dalla realtà".
La cosa che suscita maggior stupore è come se la canti e se la suoni, con i fidi orchestrali Mediaset che si attivano "buttare tutto in caciara", come dicono qui a Roma. Cercando nella rete ho trovato questo pezzo di Striscia la notizia (Mediaset)che sbeffeggia Studio Aperto (stessa parrochia)... è così gustoso che vale la pena di perdere i due minuti
E allora mi domando: qual'è la strategia?
Di certo, vista la posta in palio, nulla è lasciato al caso...
Qui fert malis auxilium, post tempus dolet.
venerdì 24 ottobre 2008
mercoledì 22 ottobre 2008
Il pensiero unico
Trovo difficile commentare le notizie che oggi rimbalzano dai notiziari... penso che viviamo giorni difficili, che dobbiamo rimboccarci le maniche.
La Cortellesi scherza, ma è una risata amara. Oggi Veltroni, per non essere da meno dell'ex procuratore di Montenero di Bisaccia che evoca regimi latinoamericani, chiama a raccolta la piazza, lui per primo sollecitandola.
Attenti, che non è questa la strada...
La Cortellesi scherza, ma è una risata amara. Oggi Veltroni, per non essere da meno dell'ex procuratore di Montenero di Bisaccia che evoca regimi latinoamericani, chiama a raccolta la piazza, lui per primo sollecitandola.
Attenti, che non è questa la strada...
lunedì 20 ottobre 2008
Buchmesse 2008: un bilancio
Ieri sera a Francoforte si sono spenti i riflettori sulla Buchmesse e, come sempre accade quando finisce una fiera, in quattro e quattr’otto si sono smontati gli stand, arrotolati i poster, inscatolati i libri e il materiale pubblicitario, mangiato l’ultimo wurstel e presa al volo la metropolitana per non arrivare tardi all’imbarco. Ma nella mente le rotelle –nel mio caso cigolando per la ruggine accumulata da anni di inutilizzo- riprendono a muoversi nel tentativo di imbastire un primo bilancio.
Tra le prime considerazioni certamente i numeri: alla fine gli accessi paganti sono stati 299.112 (!!!), un numero veramente stratosferico se si tiene conto che la fiera era riservata al solo pubblico professionale.
Per fare un confronto, al Salone del libro di Torino, il principale appuntamento italiano per il mercato librario, ha sì registrato poco più di 300mila visitatori ma era aperto a tutti: e di questi ben 20mila erano bambini. Ha cantato Elisa, c’era (badabèn a Torino) l’ex calciatore della Juventus Gianluca Pessotto e perfino il concerto dei (torinesi) Righeira… oddìo, non proprio la stessa scaletta vista a Francoforte.
Ma al di là dei numeri mi è sembrato di vedere un a certa stanchezza, in tutti i padiglioni si percepiva un senso di staticità… provo a spiegarmi meglio. Vedi al settore italiano: forse per il fatto che nessuno aveva una macchinetta del caffè, si sonnecchiava. Quello fatto al bar tedesco era pessimo (vedi l’insegna), ma il non aver portato una macchina degna di questo importante rito è già indice dell’impegno profuso dai nostri editori.
Ma neppure i principali player del nostro settore non hanno “fatto del cinema”: Ebsco si è limitata ad allungare lo stand di qualche metro mentre Swets ha tenuto quello di sempre; Wiley, dopo aver acquisito tutto il listino periodici Blackwell, si è dimenticata di organizzarne la vendita e nessuno sapeva dar spiegazioni; perfino la Random House, arroccata nel suo castello bianco ), non gettava ponti all’esterno.
Girava un gossip gustoso: Anne-Solange Noble, responsabile dei diritti Gallimard, non ha neppure provato a vendere i diritti del nuovo libro che il premio nobel Gustave Le Clezio ha pubblicato all’inizio di questo 2008 (Ritournelle de la faim) perché al primo tentativo di cessione con un importante editore statunitense si è sentita rispondere “Le Clezio chi?”. Meglio lasciar perdere…
Evabbè, forse la crisi finanziaria che ha tenuto il tutto un po’ sottotono ma Francoforte resta comunque la piazza per far mercato del libro e di quanto ci gira attorno. L’Appuntamento con la A maiuscola.
venerdì 17 ottobre 2008
Buchmesse 2008: il terzo giorno
Oggi è stato il giorno di Orhan Pamuk e di Roberto Saviano: acclamatissimi in fiera, c’erano parties ovunque andassero. Il loro editore tedesco (Hanser) si è dato proprio un gran daffare a montare l'evento a suon di scorte armate e televisioni. Dal canto mio ho preferito la festa organizzata allo stand collettivo irlandese (vedi foto nella galleria…), con musica tradizionale e Guinness.
Ma anche un altro pezzetto d’Italia è salito alla ribalta della kermesse comparendo -senza mitra- nel giornale della fiera (sì, ne viene stampato uno tutte le mattine…): nella rubrica delle “Stars at the Buchmesse” si vede, unico non tedesco, Roberto Calasso, l’editor di Adelphi… della serie quando la classe non è acqua.
Anche quest’oggi con i suoi 53mila visitatori la Buchmesse ha regalato forti emozioni… noi ce la siamo giocata con Cambridge University Press, Walter De Gruyter, Kluwer, Brepols, editori con i quali ormai da anni lavoriamo. Abbiamo anche incontrato Paolo Pisanti (Presidente dell'Associazione dei Librai) con il quale abbiamo fatto proprio una bella chiacchierata... Ma il pezzo forte è stato tra noi: che squadra ragazzi! Un’esperienza così non la dimenticheremo tanto presto. Alla fine abbiamo trovato una specie di pub dove ci hanno servito un piatto tipicissimo: il cosciotto di Asterix con i crauti e la birra… Donato commentava che tanta carne così normalmente non la mangia neanche in un mese! Non ho capito però tutte quelle male lingue sulla quantità di birra che è entrata e uscita dal mio bicchiere… tutta invidia.
Oggi era però per me, Franco, Alfredo e Carmelita, l’ultimo giorno. Domani mattina sul presto torneremo in Italia lasciando lo stand nelle mani di Lucia, Elena e Donato.
Se devo fare un bilancio non posso che dire, come commentavamo pochi minuti fa con Franco, che se a una cosa è servito venire qui è stato il fare squadra… e non è una frase fatta. A noi continuare.
Foto, come d'uso, nella galleria del blog.
Ma anche un altro pezzetto d’Italia è salito alla ribalta della kermesse comparendo -senza mitra- nel giornale della fiera (sì, ne viene stampato uno tutte le mattine…): nella rubrica delle “Stars at the Buchmesse” si vede, unico non tedesco, Roberto Calasso, l’editor di Adelphi… della serie quando la classe non è acqua.
Anche quest’oggi con i suoi 53mila visitatori la Buchmesse ha regalato forti emozioni… noi ce la siamo giocata con Cambridge University Press, Walter De Gruyter, Kluwer, Brepols, editori con i quali ormai da anni lavoriamo. Abbiamo anche incontrato Paolo Pisanti (Presidente dell'Associazione dei Librai) con il quale abbiamo fatto proprio una bella chiacchierata... Ma il pezzo forte è stato tra noi: che squadra ragazzi! Un’esperienza così non la dimenticheremo tanto presto. Alla fine abbiamo trovato una specie di pub dove ci hanno servito un piatto tipicissimo: il cosciotto di Asterix con i crauti e la birra… Donato commentava che tanta carne così normalmente non la mangia neanche in un mese! Non ho capito però tutte quelle male lingue sulla quantità di birra che è entrata e uscita dal mio bicchiere… tutta invidia.
Oggi era però per me, Franco, Alfredo e Carmelita, l’ultimo giorno. Domani mattina sul presto torneremo in Italia lasciando lo stand nelle mani di Lucia, Elena e Donato.
Se devo fare un bilancio non posso che dire, come commentavamo pochi minuti fa con Franco, che se a una cosa è servito venire qui è stato il fare squadra… e non è una frase fatta. A noi continuare.
Foto, come d'uso, nella galleria del blog.
giovedì 16 ottobre 2008
Buchmesse 2008: il secondo giorno
Come sempre accade, dopo un giorno di rodaggio la fiera scalda i motori: nei corridoi della Buchmesse c’erano oggi più di 57.000 persone … come se tutti gli abitanti di Avellino o di Cuneo si fossero dati appuntamento nella stessa piazza, portandosi appresso perdipiù tutti i loro libri!
Anche oggi i padiglioni della fiera erano brulicante di agenti letterari, scout dei colossi americani, disegnatori, scrittori, editori, librai, tipografi, insomma tutto il mondo che ruota attorno al libro. E dovunque trattative, presentazioni, dibattiti.
Oggi alla Buchmesse si è fatto un gran parlare delle soluzioni digitali che le nuove tecnologie stanno offrendo, rivoluzionando un po’ tutti i settori ma in particolar modo quello della diffusione del content: star sotto i riflettori il nuovo pocket reader per i libri elettronici Readius, che è stato lanciato oggi in gran spolvero. Piccolissimo e dal peso piuma (è ripiegabile e sta nel taschino della giacca), ha una settimana di autonomia e può contenere un’intera biblioteca… sarà, ma a me le pagine di un libro attirano di più.
Per noi di Città Nuova è stato un giorno importante per i contatti avuti con gli altri editori sia per la cessione e l’acquisto dei diritti, sia per i contatti e gli accordi stipulati per la distribuzione e i servizi tipografici. E' stato però anche il giorno dell’ormai tradizionale cena offerta a tutte le altre editrici del gruppo da Neue Stadt, l’editrice tedesca. È stata l’occasione di confrontarci informalmente su quanto accade nelle rispettive redazioni, raccontandosi come è andato l’anno e per stringere ancor più stretti legami di collaborazione.
Alla fine stremati, dopo aver aggiornato il blog e caricato una nuova piccola selezione di foto, a nanna.
Anche oggi i padiglioni della fiera erano brulicante di agenti letterari, scout dei colossi americani, disegnatori, scrittori, editori, librai, tipografi, insomma tutto il mondo che ruota attorno al libro. E dovunque trattative, presentazioni, dibattiti.
Oggi alla Buchmesse si è fatto un gran parlare delle soluzioni digitali che le nuove tecnologie stanno offrendo, rivoluzionando un po’ tutti i settori ma in particolar modo quello della diffusione del content: star sotto i riflettori il nuovo pocket reader per i libri elettronici Readius, che è stato lanciato oggi in gran spolvero. Piccolissimo e dal peso piuma (è ripiegabile e sta nel taschino della giacca), ha una settimana di autonomia e può contenere un’intera biblioteca… sarà, ma a me le pagine di un libro attirano di più.
Per noi di Città Nuova è stato un giorno importante per i contatti avuti con gli altri editori sia per la cessione e l’acquisto dei diritti, sia per i contatti e gli accordi stipulati per la distribuzione e i servizi tipografici. E' stato però anche il giorno dell’ormai tradizionale cena offerta a tutte le altre editrici del gruppo da Neue Stadt, l’editrice tedesca. È stata l’occasione di confrontarci informalmente su quanto accade nelle rispettive redazioni, raccontandosi come è andato l’anno e per stringere ancor più stretti legami di collaborazione.
Alla fine stremati, dopo aver aggiornato il blog e caricato una nuova piccola selezione di foto, a nanna.
mercoledì 15 ottobre 2008
Frankfurter Buchmesse 2008
A parlare di libri a Francoforte si cominciò fin da quando Johannes Gutenberg proprio lì vicino (a Magonza…) inventò la stampa a lettere mobili. Così già nell'800 la fiera di Francoforte si impose come la rassegna libraria più importante in Europa.
Ora la Frankfurter Buchmesse è la fiera del libro più grande del mondo ed è divenuta col tempo un vero marchio di qualità per la cultura.
Una passeggiata per la Buchmesse assomiglia a un viaggio intorno al mondo: 7.000 espositori da più di 100 paesi presentano i loro libri ai visitatori, tutti addetti ai lavori. Sono numeri da capogiro per un industria, come quella del libro, che per sua stessa natura si presenta generalmente con numeri ben più bassi e con platee ridotte al pubblico “colto”.
E per Città Nuova è una tappa importante dell’anno perché offre la possibilità di confrontarsi con l’editoria internazionale, respirando della cultura degli altri paesi. Sarà un momento importante per consolidare le varie partnership distributive e i rapporti commerciali internazionali che si sono sviluppati nel corso degli anni. Ma è anche occasione di un incontro con gli altri che lavorano per le Città Nuova non italiane, per fare progetti di lavoro comuni, per fare squadra.
Oggi, il primo giorno, è stato dal canto mio un vero e proprio massacro. Con gli occhi fuori dalle orbite, sembravo uno bimbo al luna park: veramente per noi addetti ai lavori è un’esperienza unica. Alla fine però si cade quasi a terra dalla stanchezza. La fiera si estende in una superficie così ampia che forma una città nella città: i vari padiglioni sono collegati tra loro da un tapis roulant o da bus navetta… andando dal padiglione tedesco a quello francese, ci sono 6 rampe di scale mobili, almeno un chilometro di “nastro trasportatore” e vari altri corridoi in saliscendi. E tutti corrono, indaffarati, cellulare all’orecchio e occhio all’orologio: perché la fiera costa, c’è solo 4 giorni l’anno e bisogna farla fruttare. Appuntamenti ogni 30 minuti: tasto su “on” alle 9:00, mentre per l’“off” non prima delle 18:00.
Ci sarà da divertirsi… anche visto i figuri che mi accompagnano. ...speriamo di arrivare vivi alla fine!
E come d'abitudine, nella galleria del blog altre foto sono disponibili...
Ora la Frankfurter Buchmesse è la fiera del libro più grande del mondo ed è divenuta col tempo un vero marchio di qualità per la cultura.
Una passeggiata per la Buchmesse assomiglia a un viaggio intorno al mondo: 7.000 espositori da più di 100 paesi presentano i loro libri ai visitatori, tutti addetti ai lavori. Sono numeri da capogiro per un industria, come quella del libro, che per sua stessa natura si presenta generalmente con numeri ben più bassi e con platee ridotte al pubblico “colto”.
E per Città Nuova è una tappa importante dell’anno perché offre la possibilità di confrontarsi con l’editoria internazionale, respirando della cultura degli altri paesi. Sarà un momento importante per consolidare le varie partnership distributive e i rapporti commerciali internazionali che si sono sviluppati nel corso degli anni. Ma è anche occasione di un incontro con gli altri che lavorano per le Città Nuova non italiane, per fare progetti di lavoro comuni, per fare squadra.
Oggi, il primo giorno, è stato dal canto mio un vero e proprio massacro. Con gli occhi fuori dalle orbite, sembravo uno bimbo al luna park: veramente per noi addetti ai lavori è un’esperienza unica. Alla fine però si cade quasi a terra dalla stanchezza. La fiera si estende in una superficie così ampia che forma una città nella città: i vari padiglioni sono collegati tra loro da un tapis roulant o da bus navetta… andando dal padiglione tedesco a quello francese, ci sono 6 rampe di scale mobili, almeno un chilometro di “nastro trasportatore” e vari altri corridoi in saliscendi. E tutti corrono, indaffarati, cellulare all’orecchio e occhio all’orologio: perché la fiera costa, c’è solo 4 giorni l’anno e bisogna farla fruttare. Appuntamenti ogni 30 minuti: tasto su “on” alle 9:00, mentre per l’“off” non prima delle 18:00.
Ci sarà da divertirsi… anche visto i figuri che mi accompagnano. ...speriamo di arrivare vivi alla fine!
E come d'abitudine, nella galleria del blog altre foto sono disponibili...
giovedì 9 ottobre 2008
Un giorno da Napoleone
Ieri sono stato ad Ancona per sbrigare alcune pratiche con Paolo Catania, il referente Città Nuova per le Marche. Un vero principe del libro: il suo "regno", protetto a ovest dall'appennino, confina a nord con San Marino e si estende giù fino al Tronto. Mi attendevo una raffica di carte, numeri e fogli excel e invece…
Già, c’era da fare il sopralluogo per preparare un’esposizione in vista di un grosso convegno e allora, dopo pochi minuti di scrivania, il mio omonimo mi invita a seguirlo per una strada che si inerpica sul monte Conero… mi dice: “vedrai che non ti dispiacerà…”
Urca, se aveva ragione!
Sembrava di essere ai tropici: tra surfisti e barche a vela, complice la giornata di sole, c’era un sacco di gente che faceva il bagno (invidia…). Che fare se non provare a vedere come si mangia nei ristorantini col tetto di lamiera ma con i tavolini sulla sabbia? arrivava un profumino... e poi, foto a raffica (vedi galleria del blog).
E devo dire che, forse complice la passeggiata tra la spiaggia e il boschetto che da questa si inerpica sul Conero, è stato un pomeriggio di grande condivisione.
Una giornata da favola, proprio quando non te l’aspetti.
Grazie Napolenone...
Già, c’era da fare il sopralluogo per preparare un’esposizione in vista di un grosso convegno e allora, dopo pochi minuti di scrivania, il mio omonimo mi invita a seguirlo per una strada che si inerpica sul monte Conero… mi dice: “vedrai che non ti dispiacerà…”
Urca, se aveva ragione!
Sembrava di essere ai tropici: tra surfisti e barche a vela, complice la giornata di sole, c’era un sacco di gente che faceva il bagno (invidia…). Che fare se non provare a vedere come si mangia nei ristorantini col tetto di lamiera ma con i tavolini sulla sabbia? arrivava un profumino... e poi, foto a raffica (vedi galleria del blog).
E devo dire che, forse complice la passeggiata tra la spiaggia e il boschetto che da questa si inerpica sul Conero, è stato un pomeriggio di grande condivisione.
Una giornata da favola, proprio quando non te l’aspetti.
Grazie Napolenone...
lunedì 6 ottobre 2008
Face the candidates: risultato del sondaggio
Eccoci allora all'analisi del voto. Abbiamo chiesto ai lettori del blog "chi pensi vincerà la sfida alla Casa Bianca?"... una domanda facile e diretta, resa però viscida dalla rosa dei candidati proposti: Barack Obama, John McCain, Silvio Berlusconi e, a sorpresa, trascinato dai commenti al post "E allora, che facciamo?", mi sono goliardicamente proposto anch'io.
Ebbene, risultato a sorpresa, ho ottenuto gli stessi voti di Silvio (che qualche buontempone ha avuto il coraggio di votare): considerando che lui ha usato le sue sei televisioni per imporsi anche in questo sondaggio, direi che il risultato appaga il mio ego, sempre straripante.
Scontato invece il risultato in termini assoluti che ha visto il messianico Barack vincere di un'incollatura su tutti.
Lo aspetto però per nuove sfide: non è lui quello dell'audacia (della speranza, titolo del suo libro ndr)? E allora, visto che la fortuna aiuta gli audaci e che la speranza è l'ultima a morire...
Ebbene, risultato a sorpresa, ho ottenuto gli stessi voti di Silvio (che qualche buontempone ha avuto il coraggio di votare): considerando che lui ha usato le sue sei televisioni per imporsi anche in questo sondaggio, direi che il risultato appaga il mio ego, sempre straripante.
Scontato invece il risultato in termini assoluti che ha visto il messianico Barack vincere di un'incollatura su tutti.
Lo aspetto però per nuove sfide: non è lui quello dell'audacia (della speranza, titolo del suo libro ndr)? E allora, visto che la fortuna aiuta gli audaci e che la speranza è l'ultima a morire...
sabato 4 ottobre 2008
Essere famiglia per suscitare fratenità
Questo weekend, assieme a Maria Chiara, ho preso parte all'annuale appuntamento delle segreterie del movimento Famiglie Nuove.
È stato, come sempre, un convengo molto interessante e pieno di risvolti pratici. Dal confronto tra le delegazioni giunte da tutte le parti del mondo infatti (nella foto qui sotto quella proveniente dalla Korea) si è discusso delle nuove sfide culturali che la società deve affrontare oggi. Soprattutto si è cercato, anche grazie ai lavori di gruppo, di fare il punto sulla crisi che colpisce quella struttura fondamentale della società che è la famiglia.
Si constata infatti (illuminante in questo senso l’intervento di Letizia e Luca Magri) che nella cultura occidentale contemporanea la verità è tale solo se misurabile attraverso un metodo scientifico. Deriva da ciò l'impossibilità di sostenere l’esistenza di una verità assoluta su ciò che è bene e su ciò che è male proprio perché non misurabili con questo metodo.
Per questo ogni opinione personale diventa una verità, ogni scelta individuale è indifferente, ogni bisogno soggettivo chiede di essere riconosciuto come diritto.
Si crea così una mentalità fortemente individualistica che sfocia nell’arbitrio e indebolisce il senso di responsabilità verso il bene comune e la solidarietà, con gravi ricadute sul vissuto delle persone e delle famiglie. Pensiamo ai gravi problemi derivanti da alcune scelte politiche e legislative relative alla famiglia nelle società occidentali; oppure gli effetti di alcune applicazioni terapeutiche della ricerca scientifica o di prassi sociali più o meno diffuse, quasi sempre funzionali alla necessità del mercato di garantire continuamente nuovi consumatori. Senza dimenticare le scelte economiche e finanziarie orientate al profitto di pochi, che in un mondo globalizzato portano le famiglie di tanti paesi a soffrire gravissime difficoltà.
È in questo scenario che si è ricercato il senso del nostro agire, a cercare di sottolineare e dar corpo al contributo di Famiglie Nuove. E tutto, anche questa volta, è venuto fuori dal vissuto. Ad una cultura che tende al consumismo, Famiglie Nuove propone la cultura del dare; di fronte alla frammentazione sociale, le nostre famiglie creano reti di solidarietà; dove la mentalità corrente rifiuta il dolore, la malattia, il limite, la nostra cultura accoglie e valorizza la persona umana, anche nelle diverse condizioni di fragilità fisica e spirituale.
Lascio questi giorni con una gran voglia di fare e una rinnovata speranza. Chissà che non mi dia una mossa una buona volta…
Comincio col presentare l’iniziativa Una famiglia una casa (vedi clip di presentazione nella barra di dx): con un sms si contribuisce con un euro alle attività a sostegno dei 18.650 bambini inseriti nei progetti di sostegno a distanza dell’Onlus Azione per Famiglie Nuove. Il numero è 48583… facile no?
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